Ovvero la fantacazzata sull´omofobia...

ATTO I

Anche se non sembra, anche se a volte mi diverto a sfottere e perculare chi si é lasciato prendere per i fondelli dal gotha della turbosfiga del gdr e si è convinto che io sia una specie di mostro con la bava allla bocca, in genere mi riservo di concedere la buona fede e (in alcuni casi) un po´ di umana comprensione per chi c´é cascato con tutti e due i neuroni piedi e si è aggregato alla crociata medievale contro il sottoscritto.
Non posso dire di essere contento che l'abbia fatto fidandosi di certe soubrette radicalchic del gdr, senza mai metterle in discussione o quantomeno provare a sentire l´altra campana con mente sgombra da pregiudizi, ma qualche scusante generica di solito la concedo.

No, non in questo caso. Qui c´é un limite di idiozia congenita e malafede superato in maniera troppo marchiana per concedere scusanti e attenuanti generiche a chicchessia, anche volendo concedere il beneficio di inventario per l´isteria emotiva che si scatena appena qualcuno sfiora l´argomento in questione (diritti LGBT e omofobia/transfobia), con conseguente perdita generalizzata di razionalità e generazione di mostri immaginari per effetto del temporaneo blackout della ragione.

Partiamo dal principio: tutto comincia con un thread su gdr-online il cui autore RattoFatto lamentava la non disponibilità, nella maggior parte dei gdr, di sessi alternativi alla solita scelta maschio/femmina nella creazione dei personaggi, attribuendo ciò al "clima stantio dei nostri gdr" e a forme di omofobia/transfobia più o meno latente da parte dei gestori, colpevoli di perpetrare in questo modo prassi discriminatorie nei confronti della comunità LGBT.

Premesso che ciascuno é libero di fare quel che gli pare dell´ambientazione che utilizza e che quindi non mi interessa riprendere qui l´argomento, qualcuno (tra cui il sottoscritto) si è permesso (orrore!) di far notare che se in una land Tolkieniana il gestore non vuol vedere in circolazione nani transgender ed elfi ermafroditi, FORSE questo ha più a che fare col rispetto dell´ambientazione, che con l´omofobia/transfobia.

Per lo stesso motivo per cui interpretare un PG malvagio non ha nulla a che fare con psicopatologie criminali latenti del giocatore. O come la passione per giochi come Risiko!™ non ha niente a che fare con l´essere guerrafondai antipacifisti.
Insomma, l´ABC del gioco di ruolo: "il giocatore non é il personaggio", roba che si trovava spiegata alla perfezione e con esempi stupid-proof persino nelle pagine dei vecchissimi manuali dellla scatola rossa col set base di D&D™.

Apriti cielo. L´autore del thread (e soubrette radichalchic del GdR al seguito) é partito con la distribuzione di etichette di omofobia/transfobia e evocando addirittura l´orrore che avrebbero provato le associazioni di tutela dei diritti LGBT se per caso si fossero collegate e avessero letto simili incivili argomentazioni e "dimostrazioni di omofobia"!

Sul momento la mia prima reazione é stata: "cambia pusher".

La seconda é stata: "speriamo (soprattutto per i diritti LGBT) che le associazioni suddette abbiano cose più serie da fare che preoccuparsi dei gestori omofobi che non permettono la creazione di nani transgender ed elfi ermafroditi".

Niente da fare, da quel momento é iniziato lo psicodramma collettivo, strumentalmente alimentato dai soliti noti che dopo aver gettato razioncinio e decenza dentro lo sciacquone, fingono di essersi dimenticati persino l´ABC e i fondamenti di un qualsiasi gioco di ruolo.

Se un´argomentazione é idiota, il fatto che sia stata espressa da un sostenitore attivo dei diritti LGBT non la rende meno idiota. E, a mio parere, non c´é nulla di peggio, per danneggiare le rivendicazioni LGBT, del sostenere argomentazioni idiote solo per non far sentire il soggetto isolato, anche quando ha appena scritto una cazzata immane.

Cazzata immane che è l'esatto equivalente di:
- "Se giochi il criminale é perchè sei una persona brutta e violenta"
- "Se giochi il soldato é perchè sei uno sporco militarista guerrafondaio!"
- "Se giochi la cortigiana é perchè sei una ninfomane malata!"
- "Se giochi il demone é perché sei un satanista!"

E via dicendo con il tripudio di cazzate e luoghi comuni che qualunque giocatore di ruolo, prima o poi, si è sentito appioppare dal Tarcisio Mezzetti di turno. Cazzate che ormai qualunque giocatore di ruolo identifica al volo come tali e non si fa alcun problema a rispedire al mittente, con o senza "vaffa" di contorno.

Però se non vuoi vedere nani transgender sulla tua land Tolkieniana, sei omofobo.

Per inciso, ricordo abbastanza bene (e se le ricorderanno, anche se fingono il contrario, le soubrette radicalchic del gdr) le stesse stupide argomentazioni sollevate quando era in cantiere il gdr "Lebensborn Projeckt". O quando, anni addietro, qualcuno propose di ambientare delle land in un campo di concentramento nazista. Ricordo molto bene alcune delle soubrette in questione e le loro (giuste) arringhe difensive del progetto.

Io stesso ho manifestato dei dubbi; perchè trovavo l´argomento ancora troppo vivo nella memoria per sentirmi a mio agio all´idea di giocarci sopra. Perché dopo tanti pipponi, pistolotti moralistici ed elucubrazioni su quelli che fanno "giocate erotiche" per bieche finalità di rimorchio o per sublimare i loro istinti dietro lo schermo, scrivendo con una mano sola mentre giocano, non potevo fare a meno di chiedermi cosa si possa agitare negli abissi della mente di un giocatore disposto a interpretare la quotidianità di un campo di concentramento e le torture subite dalla Ilse Koch o dal dottor Mengele di turno.

Ma mai mi sarei permesso di dare del nazista a chi ha proposto la cosa. Definirla inopportuna e mancante di sensibilità nei confronti di chi magari ci ha perso i nonni o gli zii in quei campi di concentramento, sì (e per questo mi é stato dato del bigotto che non sapeva distinguere on e off). Ma dare dei nazisti ai futuri gestori, mai passato per l'anticamera del cervello.

In sintesi: per le soubrette radicalchic in questione, passare sopra la memoria dell´olocausto e la sensibilità di chi magari ha perso nonni e zii in un campo di concentramento, in nome della distinzione tra gioco e realtà "si può fare!" (cit.), e se ti azzardi a dire qualcosa in contrario, sei un bigotto becero moralista che fa confusione tra on e off; invece se sulla tua land Tolkieniana non vuoi vedere nani transgender, la separazione gioco/realtà improvvisamente non vale più e sei un bigotto oscurantista omofobo, transfobo e persecutore dei LGBT. Perchè guai, guai a urtare la "sensibilità" di RattoFatto, anche se ha appena scritto una stronzata madornale.

E pur di non rischiare di urtare la "sensibilità" del RattoFatto di turno dicendogli "Tesoro, tutto il mio appoggio per i diritti LGBT ma hai appena detto una cazzata immane" si è preferito lasciar proseguire (sì, GianDuca, dico anche a te) e anzi alimentare lo psicodramma e la commedia degli equivoci. (anzi il circo, con tanto di clown e scimmiette urlatrici ammaestrate al seguito)

Anche perchè tornava utile ad appioppare l´ennesima bolla di non conformità mentale al Mostro Ghennadi, da ora certificato anche come pericoloso nemico e persecutore oscurantista della comunità e dei diritti LGBT.
Ma un po' di senso del limite, del surreale e della decenza, no, eh?

Scegliendo di usare un tema tanto delicato e serio, come occasione per sparare qualche cartuccia della vostra personale crociata contro il sottoscritto, pensate per caso di fare il bene di qualcuno che dimostra evidenti problemi nel distinguere tra ciò che è un gioco e quello che sarebbe un più opportuno ambito e terreno di affermazione dei diritti umani, ossia il mondo "là fuori"?

Dico di più: pensate per caso di fare qualcosa di utile per la causa LGBT, rendendovi ridicoli in questo modo e dando degli omofobi a gestori che semplicemente non vogliono vedere mischioni assurdi tra gioco e rivendicazioni del mondo reale?

Domanda più importante: ve ne frega davvero qualcosa? O era solo il pretesto per sparare qualche cartuccia in più contro il nemico immaginario che vi siete costruiti?
Non ve l'ho mai detto prima, ma ora sì, ve lo dico: fatevi una vita. O almeno un gioco in cui divertirvi e piantarla di rompere i coglioni al prossimo.

ATTO II

Il primo atto si chiude con l´indignata chiusura del thread ad opera del mitico GianDuca, che da qualche tempo si accorge del superamento di certi limiti di decenza nell´esercizio dialettico solo quando chi viene insultato per pagine e pagine, alla fine cede sentendosi tirato per i peli delle ascelle e, legittimamente, reagisce e dice la sua. L´impronta amministrativa lottiana non si scorda mai...

Il secondo atto dello psicodramma dell´assurdo si verifica a rate. La prima rata si verifica quando, poco dopo la chiusura del thread, il sottoscritto inserisce a sfregio del RattoFatto in questione e soubrette radicalchic al seguito, uno pseudodisclaimer in fase di registrazione su IGI, che in caso di dimenticanza nell´indicare il sesso di appartenenza (richiesto a fini statistici e di funzionamento del recupero password), avvisa che la teoria gender non è supportata e che quindi si richiede di indicare l´appartenenza all'uno o l´altro sesso.

Come previsto passa davvero poco prima che qualcuno si accorga della perculatio. In questo caso una delle scimmiette urlatrici ormai abbonate, nonchè appassionate autrici, alla rivista "Mostro Ghennadi".
Mi dicono che la prima conseguenza della perculatio perpetrata è stata l´aver indirizzato al sottoscritto un "VAFFANCULO" grande come una casa.

A qualcuno, chiedo così per caso, é venuto in mente che potesse essere strana la coicidenza di tempi tra la chiusura del famigerato thread e la comparsa di quello pseudo disclaimer? Ovvio che no. Ma la cosa, grossomodo, si spegne lì o almeno così credo. Dopo quest'ennesima dimostrazione di differenza tra erudizione e intelligenza ho chiesto che la smettessero di passarmi stralci.

La seconda rata, o "Atto secondo, scena seconda" come si direbbe in gergo commediografo/teatrale, avviene a mesi di distanza, quando un inferocito RattoFatto dice di aver scoperto "per caso" il disclaimer di cui sopra. E sente quindi l´insopprimibile dovere civico di renderne edotta l´intera comunità dei giocatori di ruolo e pubblicare una "vibrante protesta" direttamente sugli schermi del PortalOne del GianDuca in persona, un "J´accuse" che manco Zola con l'affaire Dreyfus avrebbe saputo comporre con miglior tempismo.

Ovviamente arriva subito al seguito il settimo cavalleggeri di pagliacci che già da mesi erano al corrente dello pseudo-disclaimer, ma si mostrano doverosamente sorpresi ed indignati. Tre pagine di neurodeliri sull´omofobia, ma questa volta agli agitprop di professione qualcosa va storto, perchè a differenza del solito, qualcuno comincia a lamentarsi e a ravvisare l'evidente idiozia del messaggio, nonchè gli evidenti intenti autocentrici dell'autore.

Tant'é che stavolta persino la narcolettica moderazione del PortalOne si decide a chiudere il thread dopo sole tre pagine di insulti vergognosi a senso unico, e, una volta tanto devo ammetterlo, senza neanche metterci il rituale intervento di censura urbi et orbi in cui aggressori e vittime sono puntualmente parificati.
Anzi arrivano addirittura a cancellare (su segnalazione, ovvio) un intervento che avrebbe potuto comportare non poche grane legali per il titolare del portale se fosse rimasto dove stava.

Certo, l'autore di quell'intervento non si becca i 15 giorni di ban che da regolamento avrebbe dovuto prendersi, e viene invece graziato, ma che diavolo... é già qualcosa, in tempi in cui un Verdux viene bannato al volo con triplo salto carpiato solo per aver osato pubblicare un link.
Non esageriamo con pretese assurde tipo aspettarsi che uno degli aficionados si becchi addirittura 15 giorni di ban per aver fatto nient'altro che il suo mestiere quotidiano. Sì, vabbè, ha un po' pisciato fuori dal vaso e poco poco mette nei guai l'editore, ma pazienza, l'é tanto un bravo ragazzo... la moderazione lottiana dei tempi d'oro non avrebbe saputo fare di meglio.

"Vaffa" a parte, anzi, la cosa é stata l´occasione buona per ricicciare la fantacazzata del Ghennadi omofobo.
Anche se onestamente fatico a capire da cosa sia desunta l´omofobia, se dalla richiesta in sè di un dato binario di appartenenza di sesso, o per l'aver osato menzionare la teoria del gender, o per l´aver ironizzato anticipatamente (e dato l´accaduto, a ragione) sulla mancanza di comprendonio di chi l´ha voluto vedere e dipingere come una dimostrazione di omofobia.

Le parole sono importanti!
Sarebbe questa la base dell'accusa di omofobia? So benissimo che teoria del gender é un´espressione impropria e, a volte, abusata. Sono disponibilissimo (e interessato) a discutere serenamente di studi di genere, della differenza tra sesso biologico, identità di genere, orientamento sessuale e ruolo sociale di genere, a parlare di devianze genetiche, di disforia di genere, di metodologia della ricerca storica, di antropologia e quant'altro.
Sono sempre incuriosito dallo stimolo intellettuale, anche quando poi viene fuori che la "profondità" di certa erudizione non va oltre la consultazione dei link di WikiPedia

Ma, per cortesia, lontano da contesti banali come il sesso di un personaggio virtuale in un gioco di ruolo.

E soprattutto: sono disposto e interessato a farlo solo con chi non si sia dimostrato tanto CRETINO e/o in malafede da dipingere come "omofobi" quei gestori che decidono come gestire la creazione del PG in funzione dell'ambientazione che hanno adottato anzichè in funzione dei deliri autocentrici di soggetti come RattoFatto.

Mi spiace ma chiunque ci sia cascato e si sia dimostrato tanto idiota da appiccicare etichette di omofobia a cazzo di cane, ha perso qualunque diritto a ricevere qualcosa di diverso da perculamenti, al pari di chi è tanto cretino da venirmi a dire che se gioco un personaggio di allineamento malvagio é perchè sono una persona brutta e violenta.

Sempre a proposito di importanza delle parole, vorrei ricordare a chi mi ha indirizzato i suoi calorosi VAFFANCULO, che ha utilizzato il più becero ed omofobo degli insulti che poteva ultilizzare.

Non credo di dover fare disegnini che anche la scimmietta urlatrice in questione possa comprendere, ma ricordo che il "vaffa" trae origine proprio dal più becero dei giudizi omofobi, ossia dalla gretta visione borgatara e popolana che chiamava spregiativamente "piglianculo" (cit. Sciascia) gli omosessuali.

Quindi sentitamente ringrazio per la lezione copincollata da WikiPedia sull´abuso dell´espressione teoria gender, ma rimando al mittente.
Una volta si sarebbe parlato di "braccia rubate all´agricoltura". Forse di questi tempi é preferibile parlare di tasse universitarie gettate alle ortiche e di intelligenze bruciate dalla superficialità.

Un consiglio che mi sento di dare a chi seriamente crede all´importanza del tema dei diritti universali é di ricordarsi che non conoscono sesso, genere, orientamento sessuale, provenienza geografica, etnia, fede, censo.
Non è annullando le differenze o fingendo che non esistano che si convince la "gente" ad accantonare i pregiudizi e le discriminzioni, ma convincendola che quelle differenze sono una ricchezza, e che quei diritti se ne fregano delle differenze proprio perchè sono universali e riguardano tutti.

Io la bandiera arcobaleno, e i principi che rappresenta, me la sono portata in Bosnia, a guerra ancora in corso; per quella bandiera mi sono svegliato dentro a un sacco a pelo sotto un bombardamento di razzi katiusha a meno di 100 km da Sarajevo assediata e mi sono trovato almeno tre volte a guardare la bocca di un mitra dalla parte sbagliata solo per aver provato a portarmela dentro Mostar assediata contemporaneamente da Serbi e Croati.
Gli oscurantisti medievali (quelli veri, non quelli di cui piace tanto cianciare a MoscaMusa e Ban44), i rifiuti della storia in camicia nera, testa rasata e svastica tatuata li ho visti in faccia da meno di due metri e con quel mitra in mano.

Chi quella bandiera arcobaleno se la mette solo una volta l´anno sul profilo FaceBook e il massimo contributo che dà all´applicazione di quei diritti universali é berciare lezioni copincollate da Wikipedia su un forum di giochi di ruolo, facesse il favore di tacere. O di rimettersi il ciuccio in bocca, in attesa di una ormai più che auspicabile, benchè tristemente tardiva, transizione alla fase adulta.